Hess Anhang 4 – Marsch in geschwinden tempo (Marcia in tempo mosso) in re maggiore, per strumenti a fiato

In geschwinden tempo (Marcia in tempo mosso)

Trovata fra le carte della “successione Beethoven”. Manoscritto nella Wiener Stadtbibliothek. Autenticità non confermata. Pubblicata per pianoforte nella Schweiz Blasmusikzeitung del 15 giugno 1954 da Willy Hess.

La “Marsch in geschwindem Tempo” Hess Anhang 4

A differenza per quel che avviene con compositori quali Haydn e Mozart, il numero di opere non autenticate di Beethoven è estremamente ridotto. E mentre i cataloghi dei due sopraccitati maestri   includono tra queste dubbie opere esempi di musica meravigliosa e preziosa, la maggior parte delle opere dubbie di Beethoven appaiono poco importanti. Un’eccezione è la Sonata per flauto in si bemolle maggiore (Breitkopf & Härtel, Lipsia) Anhang 4, che Willy Hess pubblicò per la prima volta nel 1951a partire dal manoscritto, la cui autenticità non può essere dimostrata e che tuttavia rappresenta una piccola opera estremamente aggraziata e sensibile che ha suscitato grande entusiasmo, a partire dalle esecuzioni del maestro flautista svizzero Peter Lukas Graf a metà anni 50.

Oltre a queste e a molte altre opere, appare una “Marsch in geschwindem Tempo” in re maggiore per grande orchestra di fiati, finora completamente sconosciuta. A. W. Thayer la elenca nella sua lista cronologica delle opere di Beethoven del 1865 con il numero 284 e pone un punto interrogativo sulla paternità Beethoveniana. La partitura fu acquistata dall’editore musicale viennese August Artaria insieme a molte altre opere della “Successione Beethoven”, ma non entrò in possesso dell’allora Biblioteca Reale di Berlino, ma fu acquisita dal collezionista di Bonn Beethoven Erich Prieger con altri manoscritti, tanto che per molto tempo fu considerata perduta. Solo nel 1937 la Biblioteca Comunale di Vienna incorporò l’ archivio della casa editrice Artaria, che ne conservava copia, e da cui Hess ne ricavò, nel maggio 1954, una riduzione per pianoforte.

Il manoscritto è costituito da quattro pagine scritte fittamente in grande formato orizzontale. È facile capire che questa copia non sia l’autografa di Beethoven, ma di mano di sconosciuto copista. La trascrizione è molto chiara e, soprattutto, molto precisa; le correzioni avvengono in un solo caso. Questo sembra indicare che si tratta in realtà di una copia di un’opera già finita e non di una copia del compositore, il che è molto importante. Se fosse stata veramente frutto della fantasia del compositore di Bonn, potremmo dire che questa musica non tocchi i vertici della qualità beethoveniana.  ,

In fondo alla prima pagina una matita viene aggiunta da mano sconosciuta:”sehr zweifelhaft, dürfte nicht wo[hl?   (coperto dal bollo)]Beethoven componirt haben“ (“Molto dubbia. “Non dovrebbe esser stata composta da Beethoven.”)

Grazie all’amichevole cortesia del Dr. Albert Mitringer, direttore della suddetta biblioteca, Hess fu in grado di presentare la marcia in una riduzione per pianoforte.  La strumentazione è estremamente pomposa e festosa; la partitura contiene, letta da cima a fondo: 4 clarinetti (1 in re, 1 in fa, 1 in fa, due in do), 3 fagotti, 1 controfagotto, 1 trombone, 4 trombe (2 in re, una in la ed e), 4 corni (due in re, una in la e do), 1 ottavino in fa, cassa, rullante, 1 tromba in la e altre due trombe in re. Questa strumentazione ricorda molto da vicino quella della Marsch zur großen Wachtparade (Marcia per una grande parata WoO 24)., la cui autenticità è ovviamente indiscussa. I corni e le trombe ad accordature diverse si scambiano alternativamente nella melodia, sostituendosi l’una all’altra dove non sono presenti toni naturali corrispondenti all’accordatura dell’altra. Ciò ricorda in qualche modo l’uso delle orchestre di fiati russe dell’epoca, delle vecchie bande tenute dai principi, dove più strumenti dello stesso genere erano uniti in un unico strumento con tutti i toni della scala attraverso la coesistenza di diversi stati d’animo.

Musicalmente, la nostra marcia non è peggiore e non meno interessante degli altri lavori di Beethoven per orchestra di fiati. La seconda parte del movimento principale è addirittura alla Beethoven, e l’inizio del trio ricorda vividamente il trio del Trinklied del Ritterballett WoO 1, sia nella struttura formale-motivica che nella melodia e nella tonalità. Affascinante è la polifonia che suona nelle misure 41-48, che risulta deliziosa nella strumentazione orchestrale. Ciò che più preoccupa nell’ attribuzione della marcia a Beethoven è la sproporzione tra il movimento principale e il trio. In nessuna delle sue opere Beethoven ha aggiunto un trio così lungo ad un movimento principale relativamente piccolo.
Si potrebbe intendere le battute 41-48 con il loro “echo” del tema principale come contro-movimento, e il re maggiore molto pronunciato come variazione del movimento principale, in modo da ottenere una forma di rondò: Movimento principale, trio, variazione del movimento principale, trio accorciato, da capo del movimento principale, Sarebbe anche concepibile che un da capo del movimento principale potessero seguire dopo le prime 16 battute del trio, che potrebbe esser stato tralasciato dal copista. Dopo questo Da Capo potrebbe seguire quindi la seconda parte del trio, quasi come secondo trio, e poi di nuovo il movimento principale. Non possiamo ovviamente che fare congetture senza conoscere il manoscritto originale. Forse ulteriori scoperte un giorno porteranno fare chiarezza su questo punto.
Interessante sarebbe anche provare a suonare il pezzo con un’ orchestra reale e moderna, la cui la strumentazione potrebbe però causare qualche difficoltà. Un arrangiamento per orchestra di fiati moderna è sempre problematica, e la sostituzione del fagotto e del controfagotto con ottoni comprometterebbe purtroppo la qualità tonale del delicato trio, il cui accompagnamento è soprattutto affidato agli strumenti medesimi.
Ci affidiamo ai numerosi amici e sostenitori del sito per rendere reale questo nostro desiderio e ridare vita a quest’ opera misteriosa, nella speranza infine che un editore illuminato si occupi della partitura revisionata da Graziano Denini. (Momentaneamente inseriamo l’ mp3 della riduzione per pianoforte effettuata da Willy Hess, nell’ attesa che la marcia venga suonata da Emanuele Stracchi per la rubrica “La ricerca diventa Arte”, in World Premiere)

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