I giudizi di Beethoven su altri musicisti

Verso la metà di Febbraio 1827 (Beethoven era ormai gravemente ammalato e non si alzava più da letto), il virtuoso dell’arpa Stumpff gli fece recapitare in dono l’opera completa di Händel, che Beethoven da gran tempo desiderava possedere. Quando entrai nella sua stanza mi indicò con occhi sprizzanti felicità i volumi su uno dei due pianoforti. “Guarda”, disse, “me li hanno regalati oggi. Era tanto che li desideravo perché Händel è il compositore più grande e da lui posso ancora imparare”. E nel pomeriggio, quando tornai, si mise ancora a parlare della grandezza di Händel, il più classico ed il più profondo dei compositori.
von Breuning

In ogni momento mi sono annoverato fra i più grandi ammiratori di Mozart e lo rimarrò sino al mio ultimo respiro.
Lettera di Beethoven all’Abbè M.Stadler, 6 febbraio 1826 [K.1378]

I compositori del passato ci sono doppiamente utili, in essi [vi è] un reale valore artistico (fra di loro però solo il tedesco Händel e Sebastian Bach hanno avuto  genio).
Lettera di Beethoven all’Arciduca Rodolfo, 29 luglio 1819 [K.900]

[Raramente Beethoven ha rilasciato dei giudizi sugli altri compositori o commenti sulle loro opere, se si fa eccezione per le parole di ammirazione, riportate da molti, e qualche volta scritte nelle sue lettere, che egli spese ogni tanto per Mozart, Bach, Händel, Cherubini. Come si legge in Thayer, nel 1823 Weber, si trovava a Vienna per l’esecuzione dell’Euryante,con un suo allievo, sir Julius Benedict. Nei suoi ricordi, scritti per Thayer, Benedict ricordava che a quei tempi Beethoven viveva a Baden ma che una volta alla settimana veniva a Vienna. Una mattina racconta Benedict, Blahetka gli indicò Beethoven, un uomo robusto, di bassa statura, dal volto rossastro, i cui occhi piccoli e penetranti con folte sopracciglia lo colpirono per la loro espressione, dice Benedict, di sublimità e melanconia allo stesso tempo, una espressione che nessun pittore avrebbe potuto rappresentare. Benedict non conobbe Beethoven quella mattina ma lo andò poi a trovare assieme a Steiner che lo presentò come un allievo di Weber. La mattina dopo la prima di Euryante, mentre il negozio di Steiner e Haslinger era pieno di musicisti e letterati arrivò Beethoven che chiese come fosse andata la rappresentazione, e alla risposta che era stato un trionfo, disse “Me ne rallegro, me ne rallegro”.]

Tra i pianisti uno solo era lodato da lui quale eccellente esecutore, Cramer (Johann Baptist, 1771-1858, nato a Mannheim, fu un eminente pianista e didatta. Scrisse un’inverosimile quantità di composizioni per pianoforte, oggi non più eseguite. Ma i suoi famosi Studi sono rimasti una pietra miliare della tecnica e della didattica pianistica, ancora oggi impiegati per lo studio del pianoforte.) Di tutti gli altri non aveva grande considerazione.
Ries

Che Lei voglia pubblicare le opere di Sebastian Bach è  qualcosa che riscalda il mio cuore, che batte tutto per la sublime ed eccelsa arte di colui che è stato il vero padre dell’armonia.
Lettera di Beethoven a F.A.Hoffmeister,  gennaio 1801 [K.43]

Quando Weber a Vienna ebbe ultimato la sua opera Euryante, il Conte Moritz Lichnowsky portò la partitura a Beethoven per sottoporgliela. Dopo averla sfogliata Beethoven disse: “Il signor Weber vi si è dato troppo da fare”.
Un’altra volta dopo aver ascoltato una ouverture di Weber disse: “Hm! Appena imbastita”. [Gioco di parole basato sul fatto che Weber  in tedesco significa “tessitore”].
Czerny

Il figlio minore di Mozart, Franz Xaver Wolfgang, detto Wolfgang Amadeus junior (1791-1844), fu pianista virtuoso di discreta levatura, didatta e compositore. A detta di Beethoven era “molto vanitoso”.
Gruber

Beethoven manifestò per tutta la sua vita rispetto per Mozart trovando in particolare delle belle parole per “Il Flauto magico” e per il  “Requiem”.
Gruber

… reputo le vostre opere superiori a tutte le altre opere di teatro … Resto incantato ogni volta che sento una vostra nuova opera e vi prendo più partecipazione  delle mie proprie: in breve vi onoro e vi amo. … Voi resterete sempre, fra i miei contemporanei, quello che stimo di più. Se mi volete fare un estremo piacere è quello che voi mi scriviate qualche riga, il che mi solleverà molto.  L’arte    unisce tutti, specialmente i veri artisti; e forse voi vi degnerete [in francese] di annoverarmi fra questi.
Lettera di Beethoven a L.Cherubini, 15 marzo 1823 [K.1086]
La lettera fu scritta per chiedere a Cherubini di appoggiare la richiesta fatta al Re di Francia di partecipare alla sottoscrizione per la Messa Solenne.

Czerny ricordava che una volta Beethoven gli mostrò lo spartito del quinto quartetto di Mozart, quello in La minore, e che disse “Questa si che è un’opera d’arte!”.
Thayer

Di Himmel (Friedrich Himmel, 1765-1814, pianista e compositore tedesco, fece una grande carriera come concertista in tutta Europa. Divenne direttore della Cappella di Corte a Berlino nel 1795. Autore di molti Singspiel), Beethoven diceva che possedeva un talento davvero gradevole, e che il suo suonare era elegante e piacevole, nulla più. Un giorno che erano assieme, Himmel fu preso dal desiderio di sentire improvvisare Beethoven, il che avvenne. Fu poi Beethoven ad insistere che Himmel facesse altrettanto. Suonava già da un po’ quando Beethoven esclamò: ”E allora quando inizia a far sul serio?”. Himmel, che credeva di avere suonato fino ad allora in modo ammirevole, si alzò di scatto e tra i due si ebbe uno scambio di frasi scortesi. Mi disse poi Beethoven: “Credevo che Himmel avesse solo preludiato”.
Ries

Pare che Haydn desiderasse che sulla partitura dei Trii Op.1, per violino, violoncello e pianoforte, Beethoven scrivesse “allievo di Haydn”, ma che Beethoven si sia rifiutato. “Mi ha dato delle lezioni – dichiarò – ma da lui non ho imparato niente”. [Il che non toglie che gli abbia poi dedicato le Tre sonate Op.2].
Herriot

Illuminato Benignissimo Principe! Poiché mi si dice che Lei, mio Principe, ha chiesto della Messa che mi ha incaricato di comporre per Lei [in Do maggiore Op.86], mi prendo la libertà di annunciarLe, illuminato Principe, che [la riceverà] al più tardi entro il 20 agosto … Debbo ancora aggiungere che la Messa le verrà consegnata con molto timore, perché Lei, Illuminato Principe, è abituato a farsi eseguire gli inimitabili capolavori del grande Haydn [ma nel manoscritto si legge “Haiden”, sic] eseguiti apposta per Lei.
Illuminato, Benignissimo Principe! – Con la più alta stima del Suo devotissimo e umilissimo
Ludwig van Beethoven
Lettera di Beethoven al Principe Nikolaus Esterhàzy, Baden 26 luglio 1807, [K.140].

A proposito della Settima Sinfonia Carl Maria von Weber dichiarò che ormai l’autore era maturo per il manicomio. Nel 1821, dopo la rappresentazione a Berlino del Freischütz, Beethoven si fece mandare la partitura e la studiò a fondo. Con gli amici disse: “Quel piccolo omettino delicato (infatti Weber zoppicava e morì nel 1826 alla età di soli 40 anni), non mi sarei mai aspettato tanto da lui! Ora bisogna che Weber scriva opere, niente altro che opere, una dopo l’altra, e senza cesellarle troppo!”. Ma, a quanto riferisce il musicista inglese Edward Schultz, pare che un’altra volta che lo si interrogava sul Freischütz Beethoven abbia risposto: “Credo che sia un certo Weber che lo ha scritto”.
Herriot

Beethoven ha poi rivisto il suo giudizio sul Freischütz e [per parte sua] Weber è rimasto entusiasta del Fidelio che ha presentato nel 1823 a Dresda. In un incontro, nel 1823, quando Weber venne a Vienna per dirigere la prima dell’Euryanthe  pare che Beethoven gli abbia detto: “Che diavolo di un uomo è lei! Un buon uomo!” E Weber ha raccontato: “Quell’uomo rude e scostante mi ha davvero fatto la corte; mi ha servito a tavola come se fossi stato la sua dama”.
M.Cooper

[Heinrich August Marschner, 1795-1861, compositore di musica strumentale ed operistica, ebbe i maggiori successi come compositore teatrale. Fu un tipico rappresentate dell’operismo romantico, derivato da Weber. Le sue opere, basate su soggetti cavallereschi o soprannaturali (l’orrido romantico) ed in particolare quella che è considerata il suo capolavoro, Der Vampyr del 1828, ebbero larghissima popolarità e rimasero in repertorio in Germania durante tutto il 1800. Nel 1817, quando aveva soltanto ventun anni, si trasferì a Vienna ove conobbe Beethoven, al quale non mancò di sottoporre per un giudizio la sua musica. Il giovane rimase assai deluso. Pare che Beethoven non ne sia rimasto impressionato e che, pur nella sua cortesia, il giudizio sia stato assai freddo. Ma, come scrive M.Cooper, non ci se ne deve meravigliare se si tiene conto di quella che fu la prima reazione di Beethoven di fronte alle stravaganze romantiche del Freischütz di Weber, e del fatto che Marschner, che ne fu collaboratore fu proprio l’erede dell’operismo romantico di Weber.]

Durante il mese di febbraio 1827 io [Schindler]  portai al povero Beethoven, per sollevarne lo spirito, una raccolta di Lied di Schubert, pochi dei quali erano stati pubblicati fino ad allora. Fra questi Der Tauscher, Die Bürgschaft, Die junge Nonne, Elysium e le Ossianische Gesänge. La sua opinione su questi canti fu espressa con le parole “vi è veramente una scintilla divina in Schubert”. [Si è poi raccontato che pochi giorni prima della morte, quando vennero per una  visita Hüttenbrenner e Schubert, Beethoven abbia ordinato di far entrare per primo Schubert. Ma questa notizia è una invenzione romantica. Sappiamo per certo che Franz e Ludwig non si incontrarono mai].
Schindler

[Come disse a Freudenberg, Beethoven riconosceva a Rossini talento e capacità melodica anche se sosteneva che la sua musica ben si addiceva allo spirito frivolo e sensuale del tempo, pur riconoscendo che aveva una tale facilità nel comporre che poteva scrivere un’opera in tante settimane quanti gli anni necessari a un compositore tedesco per scriverne una. In altre conversazioni il suo giudizio su Rossini si dice sia stato più caustico. Ma giunto verso la fine della sua vita [Freudenberg lo incontrò nel   luglio del 1825] poteva permettersi di essere generoso, tanto sapeva con certezza, e lo disse senza mezzi termini in altra occasione, che non poteva essere derubato del posto che gli spettava nella storia della musica.]

[La visita a Beethoven di Franz Liszt undicenne con il padre, nel 1823, è stata descritta, come dice Prod’homme, da alcune persone cui List stesso la avrebbe riferita e così è passata alla storia. Si racconta che a List, che aveva suonato un piccolo pezzo di Ries, fu chiesto da Beethoven se sapesse suonare una fuga di Bach; e che dopo che la ebbe suonata gli fu chiesto di trasporla in un altro tono. Beethoven dopo questa prodezza avrebbe sorriso e concesso al giovane di suonare un suo pezzo (il primo tempo del Concerto in do minore). Al che Beethoven lo avrebbe abbracciato e baciato sulla fronte. Quanto vi sia di vero in questa storia, probabilmente un frutto della fantasia, non ci è noto. Da alcune annotazioni nei Quaderni di Conversazione risulta che Schindler cercò di persuadere Beethoven ad assistere, il 13 aprile 1823, al concerto del bambino, e si racconta che fu alla fine di questo concerto che Beethoven lo abbracciò. Ma pare che Beethoven non vi abbia assistito  e che al suo posto sia andato il nipote.]

L’organista Karl Gottlieb Freudenberg, che fu il principale organista di Breslavia, incontrò Beethoven nel luglio del 1825 e ne ha lasciato un appassionato ricordo.
Poco dopo apparve un soggetto vigoroso e di taglia media, dal gesto amichevole e lo sguardo benevolo … Chiacchierammo liberamente per un’oretta. E soggetto del conversare furono naturalmente la musica e i suoi giovani adepti. Pensavo che Rossini, allora così in auge, sarebbe stato deriso da Beethoven. Invece riconosceva che Rossini aveva molto talento come compositore di melodie, anche se la sua musica era come lo spirito del tempo, frivola, sensuale. Spontini aveva molto di buono; centrava sempre benissimo gli effetti teatrali … Per lui Spohr aveva troppe dissonanze e la sua melodia cromatica faceva torto al piacere che la sua musica dava. Onorava molto Sebastian Bach: “Non Bach [ruscello in tedesco], ma oceano doveva essere chiamato, per la sua infinita ed inesauribile mole di combinazioni delle armonie. Era l’ideale di ogni organista”. Anche io disse ho suonato l’organo in gioventù ma i miei nervi non sopportavano la potenza di questo gigantesco strumento. Considero un organista, maestro del suo strumento, fra i più grandi dei virtuosi. Osservò poi che la vera musica da chiesa doveva essere eseguita solo dalle voci, e per questo preferiva Palestrina a tutti gli altri compositori di musica da chiesa. Riteneva inoltre una follia cercare di imitarlo, a meno che non se ne possedesse il genio e la fede religiosa.
Freudenberg (da Prod’homme)

Una volta fu domandato a Beethoven: “Che cosa è Rossini?”. La risposta fu: “Un buon scenografo”.
Von Seyfried

Beethoven si lasciava andare raramente a giudizi sui musicisti. Ma ecco quello che pensava, sono sue parole, su alcuni di loro.
Cherubini è fra tutti i compositori d’opera viventi quello degno di maggiore stima. Io sono del tutto d’accordo anche sulla sua concezione del Requiem, e se dovessi mai scriverne uno, dovrei tenerlo in considerazione.
C.M. von Weber ha iniziato a studiare troppo tardi; l’arte non può mai svilupparsi naturalmente, e l’unica sua aspirazione era quella di passare per geniale [?].
Il Flauto Magico resta l’opera più grande di Mozart; soltanto qui si è mostrato come un maestro tedesco. Il Don Giovanni ha ancora un taglio del tutto italiano e inoltre la santa arte non dovrebbe lasciarsi degradare alla follia di un soggetto così scandaloso.
Händel è il non eguagliato maestro di tutti i maestri. Andate e imparate come giungere con pochi mezzi a risultati così grandiosi.
von Seyfried
 
[Beethoven manifestò in più di una occasione un’ammirazione sconfinata  per Mozart, avvertendo al tempo stesso la futilità di inseguire una perfezione che era stata già raggiunta]. Assistendo, all’Augarten, ad un’esecuzione del Concerto per pianoforte e orchestra in Do minore, K.491 di Mozart, Beethoven esclamò rivolgendosi al collega Cramer, anch’egli pianista e compositore: ”Cramer, Cramer, non saremo mai capaci di fare qualche cosa di simile!“. Come il tema venne ripetuto ed elaborato, Beethoven agitandosi avanti ed indietro e segnando il tempo, manifestò in tutti i modi possibili la sua gioia e il suo entusiasmo.
Thayer

Beethoven teneva nella massima considerazione Mozart e Händel, poi S.Bach. Se mai lo trovavo con della musica per le mani o sul suo tavolo erano certo composizioni di questi due eroi. Haydn di rado se la cavava con qualche astuta stoccata.
Ries

Czerny ha raccontato a Jahn: “Una volta Beethoven vide a casa mia lo spartito di sei quartetti di Mozart. Aprì il quinto, in La maggiore, e disse: ‘Questo è un capolavoro! È quello in cui Mozart ha detto al mondo: Ecco cosa avrei fatto per voi se  fossero i tempi giusti!’.
Thayer

Nel 1820 o 1821, durante un ricevimento pomeridiano cui partecipava Beethoven, si parlò di Mozart e fu chiesto a Beethoven quale fosse l’opera di Mozart che egli stimava migliore. Il Flauto magico, rispose Beethoven, alzando gli occhi al cielo e esclmando “Oh Mozart!”.
Thayer

Beethoven aveva l’abitudine di passeggiare in campagna e talora Cipriani Potter passeggiava con lui. Un giorno del 1817 Potter chiese a Beethoven chi fosse, lui escluso, il più grande compositore vivente. Beethoven sembrò essere in imbarazzo per qualche istante e poi rispose “Cherubini”.  E Potter proseguì: “E fra quelli del passato?”. Beethoven rispose che aveva sempre considerato Mozart il più grande, ma che da quando aveva preso conoscenza di Händel lo metteva al primo posto.
Un giorno alla domanda di un’opinione da parte di Potter su uno dei pianisti più in voga del momento (Moscheles) rispose: “Non parlatomi di nuovo dei semplici meccanici del pianoforte!”. Mentre invece, in un’altra occasione, dichiarò che Cramer era il pianista che gli aveva dato il maggior piacere.
Thayer

Nella biografia di Schubert di Kreissle, si dice che Huttenbrenner seppe che le Variazioni a quattro mani di Schubert, Pubblicate da Cappi e Diabelli il 19 aprile 1822, e da Schubert dedicate a Beethoven, gli erano molto piaciute, e che il Maestro le suonava sovente col nipote Karl.
Thayer

Beethoven, fra tutti i compositori nutriva la più alta considerazione per Mozart e Händel seguiti da J.S.Bach. Se mi capitava di trovarlo con della musica in mano [ha detto Ries], si trattava sicuramente di composizioni di uno di questi maestri. Rellstab ha raccontato che Beethoven, in occasione di una visita in cui si discusse di un libretto d’opera, si sia espresso  come segue: “Il genere poco m’importa, se sono attratto dal contenuto. Devo però riuscire ad accostarmici con passione e profondità di sentimento. Non sarei in grado di comporre opere quali Don Juan e Figaro. Provo avversione per tali argomenti”. Beethoven ha come massima aspirazione l’elevazione verso il trascendente, Mozart è il più eccelso quando penetra nella piena, sensuale vita della natura, quando scava nelle follie e nelle passioni del cuore umano. La Marchesa von Abrantes [nelle sue memorie ha scritto] “La ragione per cui condannava il Don Giovanni era una vera buffonerie. Pretendeva che Mozart non dovesse prostituire, sono sue parole, il suo talento in un soggetto così scandaloso”.
Wegeler
[Ma Alfred Kalischer, uno dei più eminenti beethovenisti dell’inizio del 1900, annota a questo proposito: “Ho esaminato parecchi volumi delle Memoiren della Marchesa von Abrantes, senza rinvenire queste parole o qualsiasi accenno a Beethoven. Wegeler deve aver posseduto un’edizione molto speciale”. Da Introduzione e Note a “Beethoven. Appunti biografici dal vivo”, a cura di A.Focher.]

Parlammo di Weber e Beethoven lo esaltò in modo veramente straordinario. Mi convinsi quindi che i giudizi negativi che si diceva avesse espresso su Weber, gli erano stati messi in bocca da altri.
Griesinger (da Seyfried)

[Ludwig Rellstab quando visitò Beethoven a Vienna nell’aprile 1825 aveva la segreta speranza di poter scrivere un libretto d’opera per il grande compositore. E di questo egli riuscì a parlare con Beethoven il quale gli disse che avrebbe accettato un libretto da lui, anche se era a suo avviso assai difficile trovare un buon componimento poetico. E a proposito del genere che gli sarebbe stato gradito disse “Il genere mi interessa poco, se il soggetto mi attrae. Tuttavia devo potervi lavorare con passione e sentimento. Io non potrei comporre opere come Figaro o Don Giovanni. Ho proprio ripugnanza verso di loro”, aggiungendo poi “Non avrei potuto scegliere certi soggetti, sono troppo frivoli per me.” E Rellstab dice di essersi stupito del fatto che fino ad allora nessun critico avesse chiaramente messo in luce questo aspetto della poetica beethoveniana.]

Non saprei descrivere con quale espressione, e oserei dire con quale esaltazione si è espresso a proposito del Messia.  “Händel è il più grande compositore che sia mai vissuto. Vorrei togliermi il cappello e inginocchiarmi sulla sua tomba”. Non riuscimmo a far cadere la conversazione su Mozart … ma Czerny mi ha detto che gli elogi di Beethoven per Mozart erano addirittura inesauribili.
Schulz [da Prod’homme]

Beethoven assisteva sovente e volentieri a rappresentazioni di opere, specialmente al Theater an der Wien. … Lo incantavano particolarmente le opere di Cherubini e Mehul
von Seyfried

Nel settembre 1824, in una conversazione con il costruttore di arpe Joann Andreas Stumpff, Beethoven disse: “Non si ha più il senso del buono e del bello, in breve della vera musica. Si! Si! È così o Viennesi. Rossini e compagni ecco i vostri eroi. Non vogliono più nulla da me, non hanno più tempo per le sinfonie e non vogliono più il Fidelio. Rossini, Rossini vi va a pennello”. E dopo molti brindisi che terminarono con gran lodi per Händel e Mozart (e un’altra battuta contro Rossigni): “La vera musica avrà poco posto in quest’epoca rossiniana”.

Stumpff