Biamonti 720 – Frammento in sol maggiore, fine dicembre 1819 – principio di gennaio 1820

Biamonti 720 – Frammento in sol maggiore, probabilmente per pianoforte, fine dicembre 1819 – principio di gennaio 1820, BH 107 pagina 30 (Sch. G. Pagina 44). 

In questa pagina si può vedere un taccuino tascabile dell’inverno 1819/1820, in cui Beethoven abbozzò soprattutto idee per la Missa solemnis op. 123, in particolare per il Credo. I taccuini tascabili erano più piccoli degli altri, poiché Beethoven li portava in tasca quando usciva per poter annotare immediatamente le idee musicali (per questo motivo le annotazioni nei taccuini tascabili sono quasi interamente fatte a matita e non a inchiostro). Poco sotto la metà della prima pagina il compositore stesso scrisse “noch von 1819 vom Credo” (“ancora dal 1819 per il Credo”). Beethoven conservò con cura tutti i suoi schizzi fino alla morte. Fece quest’ annotazione in un secondo momento per poter ordinare correttamente il quaderno? L’annotazione è attendibile o Beethoven sbagliò datazione? La data può essere confermata solo in parte dalla genesi della Messa e dal materiale di schizzi, poiché alcuni abbozzi furono realizzati successivamente.

Oltre agli schizzi per la Missa solemnis, il quaderno contiene altre annotazioni, legate a persone che circondavano Beethoven negli anni 1819/1820. Queste piccole opere sono particolarmente utili per la datazione: alle pagine 28 e 29 è scritto un canone con il testo “liebe mich werther Weißenbach” (“voglimi bene caro Weißenbach” – Hess 300). Il dottor Alois Weißenbach fu professore a Salisburgo. Nell’ottobre 1819 Beethoven decise di mandare il nipote a Salisburgo per farlo studiare con lui. Il 15 novembre 1819 Weißenbach scrisse a Beethoven una lettera a questo proposito. Probabilmente il canone non fu scritto prima di aver ricevuto la lettera, cioè non prima della fine di novembre 1819.

A pagina 30 (vedere immagine) è scritto questo piccolo frammento in sol maggiore, Biamonti 720. Sembrerebbe quasi completo, almeno nella parte melodica. Le note sono fortemente decolorate. Presenta un Da Capo indicato da Beethoven. La trascrizione in bella copia è a cura di Sieghard Brandemburg: Beethoven. Skizzenbuch aus den Jh 1819/20 SV81 (BH I/34) – Drei Skizzenbücher zur Missa solemnis. I: Ein Skizzenbuch aus den Jahren 1819/20, SV 81. Faksimile. [Ms. Beethovenhaus, Bonn, SBH 665]. Veröffentlichungen des Beethoven-Hauses, I/34. Bonn, 1952-1968.

Un’altra annotazione a pagina 32 riguarda un’altra persona legata a Beethoven: “Sanct petrus ist ein Fels” (“San Pietro è una roccia”  WoO 175). Si tratta di Karl Peters, precettore del principe Lobkowitz. Peters è spesso protagonista attivo nei quaderni di conversazione di Beethoven di quell’inverno, ad esempio all’inizio del gennaio 1820, quando scrive: “Schade um Ihren Canon der ist vielleicht schon verwischt / Er hätte mich verewigt”.

A pagina 33 è scritto un altro canone, “Wähner Es ist kein Wahn” (“Wähner, non è un’illusione” Hess 301 ) dedicato allo scrittore Friedrich Wähner presente anch’ esso più volte nei quaderni di conversazione nello stesso inverno.

Infine appare un altro personaggio della vita di Beethoven tra gli schizzi per la Messa: Nella penultima pagina è scritta la nota “Geh’ Bauer” (un gioco di parole sul nome di Gebauer), che si riferisce a Franz Xaver Gebauer, maestro di coro e organizzatore della serie di concerti detti “Concerts spirituels”. Gebauer scrive manu propria anche in un quaderno di conversazione scritto attorno al 10 aprile 1820. Quindi non tutto il materiale è del “1819”, come scrive Beethoven nella prima pagina, ma una parte risale in realtà alla primavera 1820.

Skizzen SV 81 – zu Op. 123, Hess 300, 301 Biamonti 720, WoO 175

Sieghard Brandemburg: Beethoven. Skizzenbuch aus den Jh 1819/20 SV81 (BH I/34) – Drei Skizzenbücher zur Missa solemnis. I: Ein Skizzenbuch aus den Jahren 1819/20, SV 81. Faksimile. [Ms. Beethovenhaus, Bonn, SBH 665]. Veröffentlichungen des Beethoven-Hauses, I/34. Bonn, 1952-1968.

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Per gentile concessione della BH – Beethoven Haus Bonn

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