Biamonti 480 – Abbozzi della primavera 1809

Biamonti 480 – Abbozzi della primavera 1809, contenuti in un gruppo di fogli descritti da Nottebohm di cui ai precedenti 477, 478 e 479 e così riportati (Nottebohm, II pagina 265). (Il quaderno di abbozzi citato da Biamonti e da Nottebohm è il cosiddetto quaderno di abbozzi ”Landsberg 5”. Risale al 1809 ed è conservato al Beethoven-Sammlung in der Musik der Deuschen Staatsbibliothek di Berlino. La Beethovenhaus di Bonn ne ha pubblicato un’eccellente edizione nel 1993, realizzata dal dottor Clemens Brenner. Purtroppo, le prime pagine sono mancanti. Peraltro, sono stati aggiunti alcuni fogli che provengono dai quaderni Peters e Willmot. Gli abbozzi di questo quaderno riguardano le Opus 69, 70, 73, 74, 75-5, 75-6, 76, 77, 79, 80, 81a, 82-2, 85, 86, 115. Contiene un numero impressionante di frammenti mai pubblicati.
Scrive il Nottebohm a pagina 265: “Poi (p. 45 s.) ci sono di nuovo inizi inutilizzati.  Questi 2 abbozzi citati da Nottebohm si trovano il primo a pagina 50 righi 3-4; il secondo a pagina 51 righi 1-2]
Dopo questo secondo schizzo vediamo scritto, in bella calligrafia, “Tomaselli” (non sembra però di mano di Beethoven). Questi due abbozzi sono uno in Do maggiore e in 2/4 e uno in Do minore in ¾. Per quanto riguarda le indicazioni di Nottebohm devo precisare che, a parte l’errore nella numerazioni delle pagine dovuta ad un’impaginazione fantasiosa fatta dallo stesso Nottebohm (vedi descrizione del manoscritto nella sezione Schizzi) il primo abbozzo è stato scritto con diversi errori che rendono poco musicale questo inciso; vi presento quindi la versione corretta. Il secondo inciso invece è stato trascritto correttamente.

Nella seconda figura appare la scritta – non di pugno di Beethoven – “Tomaselli”. Quasi certamente si riferisce a Giuseppe Tomaselli (Rovereto, 29 gennaio 1758 – Würzburg, 20 marzo 1836) che fu un tenore e attore teatrale italiano. Si esibì sulle scene italiane e tedesche (soprattutto a Salisburgo). Tomaselli ricevette a Milano un’educazione musicale focalizzata sul canto. Ottenne un posto nella cappella di corte del principe arcivescovo di Salisburgo, Hieronymus von Colloredo, nell’ottobre del 1781. Presto fece conoscenza di Mozart e della sua famiglia. Tra il 1796 e il 1798 diresse il teatro di Stato di Salisburgo insieme a Lorenz Hübner. Durante questo periodo non solo ottenne un grande successo come cantante, ma anche come insegnante di canto.

Tra 1803 e 1807 fu cantante di camera per la corte lorenese di Toscana, allora rifugiata a Salisburgo. All’età di 30 anni sposò Theresia Gschwendter. Dopo la morte della moglie sposò in seconde nozze Antonia Honikel, figliastra di Leopold Erich. Con la seconda moglie ebbe una figlia, Katharina e tre figli, Carl, Franz e Ignaz, tutti e tre valenti cantanti.

Dopo la secolarizzazione dell’arcivescovado di Salisburgo, la cappella di corte del principe arcivescovile rimase attiva per qualche tempo. Fu però sciolta anche essa nel febbraio 1806 e Tomaselli si recò a Vienna alla corte dell’imperatore austriaco Francesco I. Nell’autunno del 1833 si ritirò dalla vita pubblica e lasciò Vienna. Visse per un breve periodo con la sua famiglia a Salisburgo, ma si stabilì poi a Würzburg dove morì sette settimane dopo il suo 78º compleanno. Fu sepolto nel cimitero Petersfriedhof.

Il nome Tomaselli apparirà in questo scritto e solamente in questo.

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