Biamonti 140 – Canzone senza parole (Abbozzo), 1797. 

Biamonti 140 – Canzone senza parole (Abbozzo), 1797. Menzionata da  Nottebohm  fra gli abbozzi del concerto in do maggiore per pianoforte e orchestra op. 15, insieme con l’abbozzo di una cadenza, dell’altro Concerto in si bemolle maggiore op. 19 (1797) e riportata con questa annotazione: “Da das Lied alle Jahr nur einmal gemacht wird, so darf es schon etwas schwer sein” (Poiché la canzone ogni anno si canta una volta sola, così può bene essere un po’ difficile). Si trattava forse di un pezzo d’occasione da cantarsi soltanto in qualche particolare ricorrenza? Lo spunto è simile a quello della Cantata al principe Lobkowitz del 1823 e ricorda anche la canzone Der freie Mann del I795.

 [Da Biamonti Giovanni – Catalogo cronologico e tematico delle opere di Beethoven comprese quelle inedite e gli abbozzi non utilizzati, Torino, ILTE 1968]

Si trova a Londra nel British Museum, Miscellanea Kafka al Foglio 46-verso e la sua elaborazione occupa l’intera pagina. Nottebohm cita appena questo Lied ohne Worte a pagina 66 del suo Zweite Beethoveniana: “…und dann Entwürfe zu einem unbekannten Liede mit einer Bemerkung enthält (“Da das Lied alle Jahr nur einmal gemacht wird, so darf es schon etwas schwer sein”)” [“… e poi contiene le bozze di una canzone sconosciuta con un’osservazione. (Poiché la canzone ogni anno si canta una volta sola, così può ben essere un po’ difficile)]. Visto lo studio preparatorio e le continue variazioni apportate alla melodia possiamo ipotizzare che questi abbozzi si riferiscano ad un nuovo canto che era stato commissionato a Beethoven per celebrare qualche ricorrenza ma, non avendo il testo e neanche un titolo, non possiamo sapere in quale ricorrenza annuale si sarebbe dovuto intonarlo. Strana la frase che troviamo in alto a destra della pagina : “Poiché la canzone ogni anno si canta una volta sola, così può ben essere un po’ difficile” : perché questa frase? Beethoven sta ricercando lì una melodia molto semplice; “difficile” potrebbe essere stato un pensiero di Beethoven su come comporre questo canto? Forse “difficile” potrebbe essere stato il comporla in modo che fosse bella, facile ed orecchiabile ma contemporaneamente anche originale? Infine, vista la vicinanza trovata dal Biamonti con il Lied Wer ist der freie Mann?, Lied che in seguito è stato scelto dall’amico Wegeler, ma con un testo differente, come Inno della Loggia Massonica bonnense, non potrebbe essere stato questo il primo tentativo per creare un nuovo inno massonico?

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